EMI XE DOTOR!!! DEA MONA..
















Emiliano Barbisan detto Barbisao nasce a Corleone nel 1928. Passa l'infanzia sulle strade sterrate della piccola cittadina del palermitano, tra i campi di granoduro -tutto mangiato ancor prima che diventasse pane- e il pallone di rugby, suo fedele amico. Inizia a frequentare la compagnia del Liggio, Riina e Provenzano. Tuttavia a 14 anni conosce Placido Rizzotto, sindacalista di sinistra che lo indottrina e lo travia. il Barbisan compie allora una scelta di vita molto difficile; decide di dedicarsi anima e corpo -più corpo- alle manifestazioni contro la politica del Navarra, sindaco di Corleone, alle
occupazioni di terre incolte, andando travestito da Babbo Natale. All'età di 22 anni si laurea in Filosofia, con una tesi sulla democrazia secondo Derosas, suo professore e amico intimo, che amava incitarlo durante le ferree discussioni tenute al comitato di salute pubblica dei mandrilli siciliani. Ma ormai, comunista dichiarato (si pensa anche affiliato a qualche cellula primordiale terroristica atea) era diventato un nemico nella natia Sicilia. Troppo importante il suo ruolo all'interno della vespa club "sempre rotta", il Liggio ordina la sua esecuzione nell'Aprile del '54. L'agguato riesce. Ma il Barbisan diverrà un martire, una sorta di mito nella sua Corleone per tutte le nuove generazioni che seguirono il suo esempio (quello dell'Iceberg per intenderci).

Tutte postume i suoi testi fatte pubblicare dal fedele compagno di vita Ciccuzzo (morto anche lui nel 58, perchè ci provava con le donne dei capi..e questo non si fa!):

"Come direbbe Churcill", scritta nel '48
"Datemi un kebab e vi conquisterò il mondo", scritta nel '49
"La Marea è dal meccanico", scritta nel 52
"Niente, guarda oggi non posso",scritto nel '53

Kitsch come una vertigine